mercoledì 20 luglio 2011

Pioggia d'estate.

Adoro la pioggia d'estate. Perché arriva all'improvviso, con una forza e una potenza tali da rompere l'incanto del sole. E va via quasi subito, assorbita dalla terra secca e assetata e ricondotta su, sopra le nuvole, da quel potente mago con i raggi dorati che per un attimo si era lasciato sopraffare, ma che poi ha riportato tutto alla normalità con un semplice tocco di bacchetta, scusandosi per l'inconveniente.

Adoro la pioggia d'estate. Perché, appunto, è temporanea, veloce e per questo ti riporta alla realtà, seppur bruscamente, ricollocandoti sui binari del tempo dai quali hai volontariamente deragliato, cosicché ti possa rendere conto che giorno è, per non soffrire troppo quando l'estate sarà finita e risvegliarti da un sogno bellissimo con un misero pizzicotto. La pioggia estiva è la sveglia dell'orologio dell'estate che avevi dimenticato di aver puntato.

Adoro la pioggia d'estate. Perché profuma in un modo inconfondibile. Non è un profumo che si sente anche d'inverno. Anzi, lo si avverte solo nei mesi estivi. E' come se la pioggia, ogni volta, riesca a risvegliare antiche essenze nascoste nella terra e lì conficcate dall'afa quotidiana, che si sprigionano non appena l'ultima goccia di pioggia è caduta ed è stata assorbita. E' un odore indescrivibile, che chiunque ricollega subito a un acquazzone appena passato. La cui esistenza viene così accertata oltre ogni dubbio, senza doversi affidare alla vista di eventuali pozzanghere restie ad evaporare.

Adoro la pioggia d'estate. Perché puoi uscire comunque e lasciarti avvolgere da quell'acqua fresca senza avvertire la necessità di ripararti con l'ombrello. Perché l'aria calda, dopo, ti asciugherà subito e tutto sarà finito. Una sorta di rapida doccia tra una sudata e l'altra. Non puoi ammalarti se ti bagni con una pioggia estiva, tutt'al più puoi impazzire un attimo e ritrovarti a cantare "I'm singing in the rain" per la strada, utilizzando l'ombrello solo per la coreografia. E ti spieghi tante cose, a partire dal motivo per cui, quando eri piccolo, tua madre non si arrabbiava più di tanto se ti bagnavi per un acquazzone estivo e, invece di asciugarti subito e cambiarti la maglietta zuppa, ti piazzava al sole che intanto aveva fatto capolino e attendeva che quest'ultimo facesse il suo dovere.

Adoro la pioggia d'estate. Perché puoi fare comunque il bagno a mare. E provare una sensazione unica. Immergerti nell'acqua salata fino alla vita mentre l'acqua dolce ti si posa sulle spalle come un mantello. E stare lì, immobile, in piedi sulla sabbia mista a pietre che sta sotto e che poi diventa bagnasciuga. E sentire. Il rumore della pioggia che si tuffa nel mare con ogni sua goccia, il rumore delle nuvole che brontolano, gelose della loro acqua che stanno regalando al mare, e il rumore della tua anima bagnata, che forse piange o forse ride, ma che di certo ti farà reclinare la testa all'indietro per ricevere quell'acqua sul viso e aprire le braccia verso il cielo per ringraziarlo. E per consolarlo, perché non sa quello che si perde. Anzi, probabilmente lo sa.

E per questo, mischiando le lacrime con la pioggia, senza farsi notare, a un certo punto il cielo inizierà a piangere.

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