lunedì 8 agosto 2011

La bellezza di chi si arrangia.

Aiutati, che Dio ti aiuta. Arrangiati, che qualche cosa succederà. Anche se è molto più facile farlo con le persone giuste accanto. Per sentire il loro calore e usarlo come carburante per viaggi interstellari. Ognuno di noi, infatti, è un fiammifero che sogna di diventare un fuoco d'artificio. Se acceso sprigiona calore, appunto. Ed emana una luce che, seppur fioca, unita alle altre forma un paesaggio bellissimo, se visto dall'alto e al buio di una notte stellata. Le stelle, infatti, altro non sono che la proiezione in cielo di noi fiammiferi a forma di essere umano. E ci invidiano da morire, perché non possono avvicinarsi tra loro più di quanto lo siano già, così da poter sentire a vicenda il proprio calore. Per questo hanno bisogno del sole che di giorno riscalda la culla celeste dove esse riposano ogni notte, sotto lo sguardo vigile della luna.

Non dobbiamo dunque buttare via questa fortuna. Non dobbiamo, cioè, lasciare che qualcuno o qualcosa ci spenga. Piuttosto, il primo alito di vento deve essere l'occasione per alzare la testa e mostrare la nostra piccola fiammella testarda e orgogliosa al mondo intero. Stringendo la mano di chi ci sta accanto per mantenere la fiamma accesa per mezzo del suo calore generoso. Di chi, cioè, ci sta accanto non per caso.

Mi arrangio. E in questo sta tutta la bellezza. Quella bellezza che si manifesta all'improvviso, altrimenti non sarebbe la stessa cosa, perché te l'aspetteresti. E invece è come girare la curva e vedere un panorama mozzafiato che non avresti mai immaginato di incontrare dopo quella lunga e tortuosa strada tra le montagne, che tra l'altro stai ancora percorrendo. Ma le montagne ti hanno fatto questo regalo, abbassando per un attimo la testa per mostrare al mondo ciò che gelosamente tengono nascosto da quando il mondo stesso altro non era che un bimbo in fasce in braccio a Dio.

Chi si arrangia coglie questa bellezza. Perché si lascia cullare dagli eventi, consapevole del fatto che essi non capitano mai senza una ragione. E quindi non resta che arrangiarsi affinché, così facendo, si possa entrare in quel flusso di vita senza disturbare, riuscendo a godere ugualmente della sua potenza primigenia. E soprattutto, come detto, del modo inaspettato in cui essa si manifesta. Per esempio, la bellezza che ti coglie quando ti volti verso il mare e scorgi nella folla in acqua una coppia di anziani che giocano a palla, ridendo e divertendosi come bambini. E lo sarebbero veramente, se non avessero sulle spalle qualche acciacco di troppo, sul viso qualche ruga in più e nel cuore tutto l'amore che ogni giorno, da anni, si scambiano a vicenda come se fosse la prima volta.

Oppure è la bellezza di quando riesci a capirti con chi parla una lingua incomprensibile e trova altrettanto incomprensibile la tua. Bastano alcuni gesti, qualche sguardo, tanto sorrisi e molta luce, soprattutto dentro di te. Per ridere delle naturali incomprensioni e costruire su quella risata un robusto scaffale in cui archiviare, tra gli altri, anche quel libro di ricordi che stai giust'appunto scrivendo in quel momento.

Perché, in fondo, anche la nostra presenza in questo mondo troppo tondo è un continuo arrangiarsi per non cadere. E se riesci a capire che proprio in questo sta il succo del frutto della vita, allora potrai berlo tutto fino all'ultima goccia, lasciando che te ne scorra un pò sul muso e sui vestiti. E asciugandoti con quello che capita. Arrangiandoti, appunto.

Perché non puoi perdere tempo, quando avrai visto la bellezza. Perché a quel punto ci sarà troppo da vivere.









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