lunedì 22 agosto 2011

Foto per me.

Io non sono un grande fotografo. Mi piace la fotografia in genere, soprattutto il suo ormai superato esito cartaceo, testimonianza del miracolo di riuscire a fermare per sempre il tempo con un banale tocco dell'indice. Il destino, però, mi ha messo in mano una buona macchina fotografica, in testa la solita curiosità di imparare cose nuove e accanto un amico fraterno che, con molta pazienza, mi sta spiegando in che direzione instradare questa mia curiosità, ricordandomi sempre di ricordare "com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire". Soprattutto con una macchina fotografica.

Mi sono accorto, giorno dopo giorno, che molte volte per scattare una bella foto occorre voltarsi all'improvviso, invertire il senso di marcia rispetto alla folla o alla gente che sta camminando con te, sorprendere il flusso del tempo e delle giornate cambiandone lo sviluppo naturale. Bisogna, cioè, sopperire all'assenza degli occhi sulla nuca, dirigendo lo sguardo alle proprie spalle. Si aprirà un mondo nuovo, sebbene sia, in fondo, la stessa realtà in cui fino a pochi secondi prima stavi normalmente muovendoti, però in direzione opposta. E' anche una questione di punti di vista, che sono poi quelli che ci fregano, il più delle volte.

E' il concetto del guardarsi indietro quello che sintetizza tutto ciò. D'altronde, ogni singola foto, una volta scattata, è già passato. Una foto è come minimo coniugata al passato prossimo, nasce vecchia, disconosce totalmente il presente. Tutt'al più si proietta nel futuro, sperando di essere ancora all'altezza anche negli anni a venire, data l'impossibilità oggettiva di modificarsi e cambiare seguendo l'evoluzione dei tempi. Anche la foto, come i suoi protagonisti, si mette in posa. Aspetta, cioè, di essere ripresa in mano da qualcuno, di essere colta come un frutto, quando è matura per l'occasione. E sta a noi, in questi casi, non lasciarla marcire o invadere dai vermi.

Credo allora che sia proprio la mia sconsiderata inclinazione a guardarmi indietro nel tempo a farmi amare la fotografia. Perché è in effetti l'unico mezzo per rendere reale questo orribile lato del mio carattere, assecondando il mio sadico desiderio di rivivere il passato più doloroso che ho con un semplice click. Sfogliando le pagine di enormi album fotografici, tutti pazientemente creati e conservati nella mia mente. Foto che vorrei regalare, se non fosse che so per certo che non sarebbero un regalo gradito.

Per chi come me sta sempre dietro l'obiettivo, ogni volta desiderando ardentemente di trovarsi dall'altra parte.

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