sabato 25 giugno 2011

Un abbraccio.

Perché devi limitarti? Mi disse una sera un vecchio amico. Una persona che, come me, ama la vita. Ma, a differenza mia, sa come amarla. Così mi disse, subito, senza pensarci su, come invece avrei fatto io al posto suo se la domanda me l'avesse posta lui, perdendomi in ragionamenti cervellotici e che avrebbero trovato una conclusione degna di questo nome solo dopo molti minuti di diluvio di parole. Era ovviamente quello che in cuor mio sapevo ma che rifiutavo di pensare, adducendo a me stesso patetiche giustificazioni e celando la verità dietro una maschera trasparente, che mi illudeva di dimenticare ma che in realtà mi faceva vedere tutto. Un pò come le nuvole che provano a nascondere il sole ma non ci riescono. Insomma, quest'amico aveva ragione. Ancora una volta. Per questo gli voglio bene e trovo in lui una saggezza e una intelligenza fuori dal comune, che nessun voto a scuola gli ha mai riconosciuto. In parole povere, lui con poche parole dice molte più parole di me con tante parole.

In effetti, che senso ha? Troppe domande generano troppi dubbi. E troppi dubbi frenano l'istinto, che la maggior parte delle volte è più razionale della mente che si professa tale. D'altronde, perché aggiungere altri ostacoli alla vita di tutti i giorni? E' come se a un semaforo verde restiamo comunque fermi ipotizzando un rosso che non c'è. Vuol dire attaccare ai propri piedi delle palle di piombo e lamentarsi di andare troppo piano e non riuscire a correre. Vogliamo forse autoconvincerci che la vera libertà è non averne? E che solo così la si apprezza veramente? Cazzate. La vera libertà è capire che certi limiti sono artificiali. E che ostacolano qualsiasi nostro movimento o tentativo di movimento. E in definitiva, la nostra felicità. Si dice che bisogna gettare il cuore oltre l'ostacolo. Beh, io a volte getterei la testa. E terrei il cuore.

Che poi, se ci pensate bene, le cose più belle sono inspiegabili. Provate a spiegare a qualcuno a parole (e senza gesti, sennò non vale) come si abbraccia una persona, ossia come si compie, a mio parere, il gesto più puro, polivalente e forte che c'è. Non ci riuscirete. E anche se ci pensate prima, per prepararvi la risposta e smentirmi, vi confonderete su quale braccio va su e quale va giù e dove vanno le braccia della persona abbracciata e le vostre teste come andranno messe, di fianco o di sbieco e il collo, ritto o piegato. Allora scapperete ad abbracciare la prima persona che vi capita per cercare di memorizzare il tutto. Ma, a parte il fatto che questo discorso ha senso solo se si parla di un abbraccio vero e spontaneo, comunque dimenticherete subito la dinamica e sarete punto e daccapo. Garantito. Ma non preoccupatevi: è normalissimo.

Tutto questo perché la razionalità non può spiegare tutto. Mentre il sentimento, invece, ha tutte le risposte. Si tratta solo di avere le orecchie giuste per ascoltarlo. Avvicinandosi quanto basta per abbracciarlo.

Più o meno così:

Non mancano parole né la punteggiatura è sbagliata. Ve l'avevo detto che non si può spiegare un abbraccio.

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