venerdì 29 aprile 2011

De Granita


Da assiduo e orgoglioso divoratore di granite, posso ben dire ad alta voce che Messina è il “non plus ultra” in materia e tutto il resto è solo volgare imitazione, a cominciare dalla scarsissima granita della vicina Catania per finire alla pseudo-granita romana, detta “grattachecca”, che altro non è che ghiaccio con succo di frutta. La vera granita infatti per gli appassionati, oltre ad essere un rito praticato in vari modi a seconda della persona, diventa quasi una sorta di “poesia” per i nostalgici e di “attraente donna” per i mangiatori veri e propri, che non resistono al suo fascino e si abbandonano tra le sue “dolci” braccia. La granita, si sa, ha vari gusti…dal classico limone alla fragola, fino ai gelsi, ma la “vera granita” è caffè con panna, altresì detta “mezza con panna”, proprio perché il bicchiere viene riempito generalmente per metà di granitoso caffè e per metà di morbida panna. Come tutte le altre prelibatezze dolciarie siciliane, ovviamente anche la granita-caffè, accompagnata da una o due brioche, può facilmente essere sostituita ad un pranzo ed allora c’è chi, per aggirare l’ostacolo dell’”ingrassare”, si fa mettere dal barista “un po’ più di caffè”, ed allora il bicchiere si presenterà per tre quarti marrone scuro e sopra una patina bianca…ma così la granita perde gran parte della sua bontà, e non è difficile vedere baristi che, inorriditi dalla precedente richiesta, fanno finta di non aver sentito e riempiono comunque il bicchiere per metà con la panna tra le ire dell’”altezzoso” cliente. A proposito del bicchiere, vi sono vari tipi, dal calice piuttosto alto al bicchiere vero e proprio: io prediligo quest’ultimo proprio perché “ben saldo per terra”, si mantiene in equilibrio e facilita l’operazione “immersione-brioche” senza troppi patemi d’animo. E poi c’è da analizzare anche la panna: si va da quella che si amalgama benissimo col caffè a quella che galleggia a piccoli pezzi nel bicchiere: io preferisco la prima. Come del resto preferisco la granita non troppo densa, che è anche più leggera: tutto ciò però, dal bicchiere alla panna fino alla densità della granita, è a discrezione del bar ed il mangiatore non può far altro che giudicare.
Ora passerei all’analisi dei vari tipi di “mangiatore di granita” perché mica la si mangia tutti allo stesso modo?!?…sennò il bello dov’è? Ecco quindi un elenco stilato da me dopo anni di attenta osservazione dei miei vicini “granitari” i quali, involontariamente, finiscono per rispecchiare il proprio carattere in questa piacevole operazione.

•IL PIGNOLO: tipico del pignolo è la precisione con la quale mangia la granita e la dedizione che mette nel compiere questo rito. Inizialmente mischia tra loro caffè e panna fino a farli diventare un’unica miscela mulatta dall’inizio alla fine del bicchiere (sacrilegio, se alla fine del bicchiere si intravede un briciolo di granita rimasta “da sola”). Dopo questa operazione, il pignolo passa alla fase due, ossia “mangiare”. Comincia ovviamente dalla “coppola” (o cappello) della brioche e, dopo averla divisa in due parti simmetriche, le immerge una per una nel bicchiere, ma non interamente: deve infatti restare una parte “pulita” sulla quale poggiare le dita e non sporcarle. La granita, per il pignolo, è infatti una questione solo tra bicchiere e bocca e nessun altro organo di senso deve essere coinvolto in questa sorta di viaggio verso il “nirvana della gola” (non a caso il pignolo è spesso identificato col nostalgico oppure con l’intenditore di granite). Poi continua col resto della brioche che verrà sventrata in due modi: o pezzetto per pezzetto oppure prima la parte superiore e poi quella inferiore, tutto con estrema calma, per godere di quel momento per il maggior tempo possibile: vedrete infatti spesso il pignolo che ogni due-tre bocconi chiude gli occhi e si passa la lingua sulle labbra, espressione massima del godimento.

•IL FRETTOLOSO: ovviamente contrapposto al pignolo, il frettoloso si differenzia da quest’ultimo proprio perché impiega il minor tempo possibile per mangiare la granita. Insomma non gode di quest’ultima, che viene divorata come un qualunque altro spuntino giornaliero. Il frettoloso, naturalmente in piedi al bancone e non comodamente seduto, spesso non guarda neanche la granita che sta per mangiare, limitandosi a muovere la mano dalla brioche al bicchiere e dal bicchiere alla bocca e soffermando lo sguardo magari su qualche bella ragazza seduta al tavolino di fronte. Proprio per questo il frettoloso, che paga sempre in anticipo, è spesso identificato con i giovani e con i lavoratori che approfittano di quel brevissimo momento di pausa per placare la fame.

•L’IGNORANTE: questa è la categoria più triste dei mangiatori di granita perché non sanno godere di questo momento in quanto semplicemente non ne sono capaci. Spesso infatti l’ignorante è identificabile con il turista che vuole provare le specialità del luogo oppure con un indigeno che però non è un assiduo frequentatore di bar ed ogni tanto vi entra per ricordarsi che è siciliano, ma il risultato è sempre uno scempio della granita in questione. L’ignorante è facilmente individuabile per questi motivi:1- spezzetta la brioche in vari pezzi, che poi immerge interamente nel bicchiere estraendoli col cucchiaino a mò di biscotti, riducendo così la granita ad una volgare tazza di latte; 2- mangia prima la panna e poi il caffè, come un normalissimo cono-gelato; 3- toglie la mollica alla brioche perché “ingrassa” (spesso infatti l’ignorante è identificabile con la ragazzina ossessionata dalla linea, che viene trascinata dagli amici al bar e, controvoglia, deve andarci…e consumare);4- sostiene che anche lui sa fare la granita come quella che sta mangiando(sacrilegio! il superbo non sa infatti che la granita del bar è inimitabile!); 5- per ultimo ma non per gravità, lascia la granita (orrore!), perché “troppa” e il suo stomaco “delicato” non può andare oltre. Per questi motivi e per altri che forse ora sto dimenticando, l’ignorante, a mio avviso, dovrebbe essere interdetto e gli si dovrebbe vietare ogni accesso ai bar o per lo meno alla granita. L’unica granita alla quale può avvicinarsi, secondo me, è quella dei “polaretti dolfin”, più volte pubblicizzata in tv come la “vera granita siciliana”: in questo caso io faccio finta di non aver sentito.

•IL MANGIONE: questi è semplicemente la massima espressione del piacere. Lo si individua perché ha sempre le dita e il viso sporchi di granita e sorride malignamente compiaciuto mentre divora la sua preda. Generalmente riempie il bancone di molliche della brioche e termina il “sacrificio” della granita leccandosi le dita. Tutto sommato il mangione non è da buttare perché, a modo suo, anche lui gode di questo momento…e poi è il simbolo della salute!

•IL TIPO DA BAR “MONOMANO”: quest’ultima categoria comprende tutte quelle precedenti, solo che vi si differenzia per alcuni particolari. Come dice il nome infatti, il tipo da bar mangia la granita con una sola mano (in questo caso è fondamentale il suddetto bicchiere “ben piantato a terra”) perché con l’altra o gesticola durante una discussione o sfoglia il giornale scroccandolo al bar. Inoltre si distrae spesso salutando tutti coloro che entrano e offrendo loro la colazione: è un po’ il padrone non ufficiale del bar. La granita diventa per lui una sorta di “scusa” per sedersi al tavolino dalle due alle tre ore e viene ridotta così alla stregua di un semplice caffè.

APPENDICE
Nella mia famiglia posso individuare le seguenti categorie: io mi ritengo un “pignolo”, come mia mamma. Mio fratello, che ogni volta deve pulirsi con “quattordici” fazzoletti le mani, è da considerare un “mangione”. Mio padre invece è il “frettoloso”, ma per motivi di lavoro, sia ben chiaro.

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