sabato 20 aprile 2013

Vorrei essere un vulcano: se erutto, non mi devo scusare.

Titolo approssimativo. Ma il mio subconscio vorrebbe che io fossi in grado di maneggiare la lava, per cospargere la realtà, lasciarla solidificare e riproporla fra cent'anni ai posteri. Per farci prendere per il culo.

Premetto che non ho nulla contro Napolitano. E' un brav'uomo e assomiglia a mio nonno buonanima. E stasera non ha rilasciato molte dichiarazioni, perché erano quasi le 19, si era già messo il pigiama, stava per iniziare l'Eredità ed era praticamente ora di cena.

Piuttosto, ho molta rabbia e disgusto. Per essere stato preso in giro, da chi proclamava la propria integrità morale e poi si è sgretolato, come un foglio che brucia nell'urna. Funeraria, che avevate capito.

L'unico dato positivo è che, forse, stavolta abbiamo aperto gli occhi. Tutto è più chiaro (o davvero tetro, a seconda di come la si vede): una poltrona (che poi è uno scranno, diciamocela tutta!) vale più della dignità e delle promesse. Lacrime di coccodrillo valgono più di mille parole al vento. Uomini calvi sfoggiano crani lisci che in teoria dovrebbero fare arieggiare il cervello. Franchi tiratori e tiratori franchi si alternano senza soluzione di continuità. Fioccano accordi sottobanco per salvare il salvabile. Ma suonano stonati. E la corda della chitarra si è spezzata. Poi si vedrà, se ripararla o annodarla a mo' di cappio e appenderla a una trave.

E infine, tutto si è concluso con un applauso liberatorio. Standing ovation, abbracci, esultanze scomposte, baroni rampanti e Cavalieri tutt'altro che inesistenti. Per aver scacciato la paura di aver compromesso tutto. Oppure, di aver perso per uno scacco matto del tutto inaspettato. Grazie a cinguettii che allora, col senno di poi, non erano solo pettegolezzi e dicerie.

Il popolo vuole un giurista: stiamo scherzando, coi tempi che corrono... giammai! Meglio vecchi squali confondibili con soubrette... anche quelli no?!? E allora, a Mali estremi... estremi rimedi! La soluzione migliore è sempre la più semplice: il futuro, decliniamolo al passato! Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova!

E quello che si poteva trovare nel celebre proverbio era forse il cambiamento? La forza di rialzarsi tutti insieme? La rivoluzione? Ma và! Onestamente: serve a qualcosa organizzare assembramenti in piazza? Oppure organizzare assalti all'arma bianca, a cavallo o addirittura su un camper (che poi cambia strada)?

Lì dentro, fra quelle mura, non si entra, nemmeno bussando. Solo col voto.

Caro Rodotà, è vero che ciò che decide il Parlamento è democrazia. Ma è altrettanto vero che ciò che decide la democrazia, purtroppo, è Parlamento.





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