Un dondolo va avanti e indietro. Riceve una
scossa inaspettata e comincia a muoversi, cercando di resistere alla tentazione
di fermarsi. Accoglie chi gli dà la vita, perché è bello ricambiare un favore
di questa portata con morbidi cuscini.
Un dondolo non si muove di continuo. Non può,
per lo stesso motivo per cui nessuno può restarci seduto sopra per sempre. Ecco
perché il nostro dondolo non è come tutti gli altri. Lui ha una vita davanti,
la nostra. Che è una, appunto. E' una parola al singolare, la vita, che però
sottintende il plurale. Misteri della lingua italiana. Che un dondolo può
svelare in tutta la loro semplicità.
E' un vortice, quel dondolo. Come una giostra,
che va veloce ma non ti impedisce di vedere i cavallucci, facendoti sorprendere
come se fosse la prima volta che assisti a quella meraviglia, con in mano lo
zucchero filato e sulla spalla una treccia di capelli del colore del grano.
Un dondolo non conosce il tempo. Chi se ne
importa dei giorni e dei minuti, lui dice, se poi si dimenticano tutti gli
orologi con un semplice bacio? La domanda che contiene la risposta. Che sta
scritta sulle tue labbra, dunque, pronta ad essere letta o pronunciata, a
piacimento.
Un dondolo ha un movimento lento e silenzioso
che contiene una forza, pronta a sprigionarsi col solo contatto con la tua
pelle. Perché profuma e sa di nocciole e mandorle. Come i dolci.
Quel dondolo ti culla, quando non riesci a
dormire. Canta sottovoce la ninna nanna che ti accompagna nei sogni. E che ti
porta a me, quando non posso rimboccarti le coperte perché sono lontano.
Ogni giorno salgo su quel dondolo e ti abbraccio
come se ancora non gli avessimo mai dato il via.
Perché ogni giorno con te è come una sera
d'estate.