mercoledì 18 luglio 2012

Cogito interrotto.


Ogni sogno, sul più bello, viene interrotto. Da una sveglia, da un rumore insolito che arriva da fuori, da qualcuno che decide di fermare bruscamente quel momento così profondo, come il sonno che lo genera, così, tanto per gioco.

E in fondo un sogno non è altro che un pensiero senza freni che ne rallentavano la corsa, privo di tappo che ne bloccava le bollicine, slegato dai lacci che lo stringevano, svestito dagli abiti che lo facevano sudare.

È incredibile come gran parte delle persone si svegli dal sonno con l’amaro in bocca. Ma non per quello che è stato, bensì per quello che avrebbe potuto essere. In un altro mondo, in un altro paesaggio, entrambi costruiti dalla mente di ciascuno con una dose di fantasia insospettabile, soprattutto per chi l’ha appena scatenata.

Spazzatura o capolavoro di un estro creativo che siano, i sogni, quanto più aumentano di durata, tanto più si avvicinano alla realtà, sfiorandola delicatamente con un dito, allo stesso modo di chi tocca un bocciolo, con la paura di distruggerlo, ma, allo stesso tempo, con una voglia matta di sentirlo sotto la pelle.

Però, proprio quando il dito sta per toccare il bocciolo, quando il vero e il falso stanno per unirsi, in un incesto della verità con la sorella gemella della menzogna, ecco che tutto si frantuma, perché qualcosa, dall’esterno, impedisce questa commistione e lascia dissolvere il sogno. Che sparisce all’improvviso, si ritira nei meandri dell’oscurità, come una bestia feroce della notte scacciata nelle tenebre da un lampo di fuoco.

Il sogno aspetterà la prossima notte, il sonno che verrà, per provarci ancora a sostituirsi alla realtà del mondo, per far esplodere, finalmente, la sua bellezza immaginaria, ma mai così tangibile, come appare a chiunque la riesca a vedere, anche per pochi istanti.

Perché stare al gioco, a questo gioco, cui tutti partecipano ad armi pari, all’unica condizione che si chiudano gli occhi, per dimenticare ciò che c’è intorno, è in realtà l’ultimo barlume di umanità che può davvero dirsi tale. Perché un sogno è puro, vero, semplice e complesso allo stesso tempo. E, soprattutto, è interamente tuo.

Un sogno interrotto è come un bambino che nasce senza piangere.